In aula la protesta silenziosa e pacifica. All’esterno i tafferugli e il lancio di uova contro la polizia. Ecco quello che accadeva ieri pomeriggio dentro e fuori il Rettorato dell’Università del Salento, a Lecce, dove era in programma un convegno su ambiente ed energia. Bersaglio della contestazione il country manager di TAP Michele Elia, costretto a lasciare l’edificio scortato dalla DIGOS. Il Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto che, passando attraverso Grecia, Albania e Italia, porterà in Europa il gas a zero, garantendo al Vecchio Continente un canale di approvvigionamento energetico alternativo, continua, dunque, ad essere contestatissimo in Puglia, dove l’opera avrà l’impatto più importante, con un micro tunnel scavato sotto la spiaggia di San Foca, marina di Melendugno. I lavori inizieranno a giorni nello stesso cantiere teatro, nella scorsa primavera, dei disordini scoppiati per il trasferimento di decine di alberi di ulivo e che ora la Prefettura di Lecce ha letteralmente blindato, inasprendo ulteriormente gli animi tra gli attivisti No TAP, uno dei quali nei giorni scorsi è stato raggiunto da un Daspo, provvedimento punitivo solitamente utilizzato per gli ultrà degli stadi.