"Vediamo sempre l'ansia come un nemico da abbattere il più presto possibile. Perché invece non la immaginiamo come qualcosa dentro di noi che vuole parlarci, che vuole portarci un vento che ci riporti le passioni, che vuole portarci dei saperi di noi che non usiamo? Una mia paziente era molto dura, molto aggressiva, aveva un tono veramente violento in tutte le relazioni. Un giorno ha incominciato a immaginare la dolcezza che c'era dentro di lei in altri momenti. Come ha trovato la dolcezza, l'ansia che arrivava dopo le scenate che faceva si è allontanata. Quindi l'ansia è scoprire qualcosa dentro di te che non stai vivendo, lati della personalità che hai soffocato. Perché ognuno di noi è unico. Immaginati l'ansia come una voce che dice: guarda che stai deviando dalla tua unicità, dalla tua personalità". "Quando sentiamo che arriva, quando sentiamo che ci paralizza cosa dobbiamo fare?" "Vedi, noi abbiamo perduto l'immaginazione, la fantasia. Chi soffre d'ansia non fantastica più, non immagina più. Allora, proviamo, facciamo una cosa tutti insieme, chiudiamo gli occhi. Ecco, proviamo a vedere dentro di noi un pensiero che ci disturba, una cosa nella giornata che ci disturba più di altre. A occhi chiusi. Ecco, adesso immaginate che arriva un'acqua, un'acqua dolce, morbida, che allontana dolcemente il pensiero, finché voi vi sentite dolcemente avvolti nell'acqua, come nel liquido amniotico. Ecco, quest'acqua che viene sta spazzando via qualcosa che ti ferisce. Questa è l'ansia".