"Allora il gusto della montagna principalmente sono la natura, il bosco, la terra e i sapori quelli primordiali del fieno, dell'erba". Il profumo della montagna finisce nei piatti tra erbe, pini, pigne e latte. Quasi 2mila metri Livigno, l'estate si viene per il clima, lo sport ma anche per il gusto. La montagna suggerisce sapori che gli chef sperimentano. Isabella Potì pugliese 28 anni già stellata incontra Matteo Grasso di Livigno. Nascono un piatto ed un esempio di rispetto per la natura ed il territorio. "Bellissimi, quindi questi sono gli spinaci selvatici"? "Spenacini selvatici, sì. Buon Enrico, Farinello, tanti nomi però ma lo chiamiamo coogle". "Coogle"? "Coogle. Ce ne sono tante tipologie di piante da noi, qui a Livigno". " È fondamentale avere una cucina naturale di base e quindi anche solo l'utilizzo, vabbè, anche solo nella ricetta che abbiamo fatto dei prodotti autoctoni dei prodotti freschi che ci dà la natura, questo è una cosa fondamentale". "Questo è l'olio che usiamo? "Sì è l'olio valtellinese". "Quello che ho trovato interessante è l'utilizzo degli ingredienti molto molto semplici e molto spesso anche sono gli stessi ingredienti, ma per fare cose completamente differenti. Si va dal dolce al salato". "Anche le pigne messe con lo zucchero al sole viene fuori questo sciroppo dolcissimo molto buono". "Allora mettiamo solo i pistilli." "Abbiamo un taglié di segale fatto con farina di segale valtellinese del coogle selvatico e dello spinacino selvatico raccolto qua. Ho fatto una crema con olio sempre valtellinese, noci e abbiamo messo sopra del formaggio della latteria fatto a bottarga, grattugiato sopra". In questi boschi a settembre sarà organizzato un sentiero gourmet. Quattro ore di cammino e assaggi in cucina solo chef donne. "Ed è molto bello perché diciamo non è solo un'esperienza gastronomica, ma anche proprio visiva perché si attraversa questo, questo sentiero che è molto suggestivo".