Tra le persone arrestate nell’operazione dei carabinieri di Agrigento, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, c’è anche un insospettabile: Pellegrino Scirica, un medico che, secondo quanto accertato dagli inquirenti, ospitava nel suo studio incontri di mafia, summit in cui si discutevano accordi e si pianificano affari per la riorganizzazione della cosca mafiosa di Menfi, colpita duramente dieci anni fa da una serie di arresti che ne azzerarono i vertici. Intercettazioni e pedinamenti hanno svelato i tentativi, da parte della cosca agrigentina, di controllare le attività economiche e gli appalti pubblici nella Valle del Belice, stringendo accordi con i capi mandamento di Sciacca e dei dintorni e manifestando un forte interesse nel settore dei videopoker in cui stavano cercando di ottenere il monopolio attraverso l’installazione di slot machine nei centri commerciali della costa. La prudenza che adoperavano era massima. I boss e i loro gregari limitavano gli incontri e li tenevano in luoghi isolati e insoliti. Sapendo di essere controllati, chiedevano a meccanici compiacenti di eliminare le microspie dalle auto che utilizzavano.