"C'è sempre paura. Mia moglie ha paura, i miei figli hanno paura. Non lo date mai per scontato, è un grosso passo, io lo vivo col sorriso in bocca e con serenità ma dietro di me mi porto sicuramente tanti pensieri". Giuseppe Piraino, imprenditore edile, è l'unico ad aver avuto il coraggio di denunciare gli esattori del pizzo arrestati nel blitz messo a segno dalla polizia nella notte tra sabato e domenica scorsi. Tutti pagavano, nei quartieri Brancaccio e Sperone. È quello che viene fuori dall'inchiesta della polizia che ha portato all'arresto di 9 persone. Un blitz che ha avuto un'accelerazione dopo l'omicidio di Giuseppe Romano, il boss emergente della famiglia di Corso dei Mille, ucciso lunedì scorso. "Molti hanno timore. Timore perché purtroppo l'illegalità e l'organizzazione mafiosa primeggiano rispetto a tutto il resto, rispetto al lavoro, rispetto a occupazioni, rispetto a tante promesse disattese che fanno nei quartieri o a livello anche nazionale. Tengo a precisare che oggi questa denuncia è stata sicuramente supportata anche dai miei ex operai, perché c'è stato qualcuno che mi ha mandato le foto con le targhe, abbiamo comunque collaborato con la squadra mobile, alla quale va il mio più sentito ringraziamento. Ma questo ha dato un senso anche a quello che è stato fatto precedentemente, che c'è stata una sensibilizzazione dell'opinione pubblica ma anche del cittadino". Purtroppo l'imprenditore continua ad essere una mosca bianca in una città dove la mafia cerca di riprendere piede e dove, dice Piraino, la classe politica deve cambiare. "Ci sono gli ineleggibili, coloro che sono stati condannati, anche per mafia, che ce li ritroviamo di nuovo in politica. Quindi, il tessuto siciliano ancora non vuole prendere una decisione, o bianco o nero, rimane nella nell'ombra, rimane nella parte grigia. Ed è quello che danneggia di più".