"Io avevo una famiglia di 19 persone, alla fine della guerra eravamo in due". Ha 94 anni Ferruccio Laffi, è uno degli ultimi sopravvissuti del più grande eccidio nazifascista compiuto in Italia, a Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, sull'Appennino bolognese. 770 persone trucidate tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944. Bambini, anche neonati, donne, anziani. La sua famiglia distrutta, la vita segnata dal ricordo e dal dolore. Mai avrebbe pensato di rivivere l'orrore della guerra, tornata in Europa a 77 anni dalla nostra liberazione. "Stanno facendo la guerra e dico a chi è contrario alle armi ma come fai a fare fermare uno che viene in casa tua?" "Il 25 aprile siamo tutti noi e la nostra storia", dice il Presidente della Camera. Roberto Fico visita il sacrario ai Caduti di Marzabotto e interviene alle celebrazioni a Monte Sole. "La nostra libertà la dobbiamo ai tanti che sono morti combattendo, non va mai data per scontata". "La Resistenza, io penso che oggi va dedicata a tutti quei popoli che stanno resistendo contro le barbare, in Ucraina così come in altre parti del mondo. Il nostro futuro è anche un futuro di resistenza". "Chi invia armi ripudia la pace", scrive su un lenzuolo un gruppo di cittadini contro la guerra. La posizione dell'Associazione Nazionale dei Partigiani, in disaccordo con la scelta del nostro paese e dell'Europa. "Io credo che l'Italia, anche con aiuti militari, abbia iniziato una scelta, con tutta l'Unione Europea, che è stata una scelta importante e coraggiosa". "Non è un 25 Aprile come tutti gli altri", dice Valter Cardi, presidente del Comitato Onoranze ai Caduti, "occorre lavorare per la fine del conflitto in Ucraina". "La Festa della Liberazione è una festa antifascista", dal palco le parole della sindaca di Marzabotto. "L'Anpi presidio di democrazia essenziale ed indispensabile".