È finito in manette per omicidio uno dei superstiti del naufragio del 17 giugno scorso nel Mar Ionio, quando una barca a vela alla deriva con 70 migranti a bordo è stata recuperata dalla guardia costiera a 120 miglia dalle coste calabresi. Uccise, ne sono convinti alla Procura di Locri. una delle naufraghe a bordo, una sedicenne che viaggiava assieme alla madre, una delle sopravvissute all'ennesima tragedia del mare con un bilancio che parla da solo: 36 vittime accertate di cui 15 minori oltre a una ventina di dispersi. Le indagini della squadra mobile di Reggio Calabria e della sezione operativa navale della Guardia di Finanza hanno accertato che, mentre la barca a vela semi affondata e alla deriva al limite delle acque Sar di competenza della Grecia e dell'Italia, l'aggressore sfoga la sua violenza su una ragazza irachena di 16 anni, naufraga anche lei assieme alla madre, e le stringe le mani attorno al collo fino a soffocarla. Il gip di Locri ha già convalidato il fermo e l'uomo è stato trasferito alla casa circondariale di Catanzaro.