Erano cinque anni che a Milano non andava così male sul fronte dello smog. Colpa dell’aria stagnante e del meteo avarissimo di pioggia e di venti. Oggi è il trentacinquesimo giorno non consecutivo del 2017 che le centraline per il monitoraggio dell’aria, piazzate in diversi punti del capoluogo lombardo, hanno registrato concentrazioni di polveri sottili superiori alla soglia limite di 50 microgrammi per metro cubo. L’anno scorso si è verificato lo stesso, ma a ottobre. Da domani, dunque, Milano è fuorilegge. È oltre il cosiddetto “bonus” concesso dalla normativa europea per correre ai ripari. Ma le misure adottate fin qui sono efficaci? Ne dubitano le associazioni antismog, a partire da quella chiamata “Cittadini per l’aria” che, sull’onda di un movimento internazionale, ha deciso di presentare ricorso al TAR contro la Regione Lombardia. “Le Regioni hanno la responsabilità di predisporre dei piani dell’aria, in particolare nelle regioni nelle quali già si superano i limiti. In Lombardia noi superiamo il PM10, il PM2.5, il biossido di azoto, il benzopirene, l’ozono. Direi che abbiamo buoni motivi per pretendere che la Regione metta in campo nuove misure, perché le misure pianificate nel 2013, evidentemente, non stanno funzionando”.