I sindacati promettono la più grande mobilitazione di sempre con un corteo che, muovendo dalla via Appia, arriverà nel centro di Taranto e sembrerà di rivedere le manifestazioni del 2012 scaturite dai sequestri della magistratura, con una sostanziale differenza: qui non c'è più un nemico da additare, l'acciaieria ormai si sta spegnendo da sola. Il quadro che emerge dai consigli di fabbrica delle ultime ore è impietoso. La gara che avrebbe dovuto riscrivere il futuro del più grande gruppo siderurgico italiano si è rivelata un fallimento, se è vero che ai commissari è arrivata una sola offerta per l'intero complesso aziendale firmata non già da un operatore del settore, ma da un fondo d'investimento statunitense che sembrerebbe, tra l'altro, orientato a ridimensionare il complesso industriale anche sul profilo occupazionale. Indiscrezioni rispetto alle quali, dai commissari e dal governo, non sono arrivate né conferme né smentite. Ed è proprio contro questo silenzio che è indirizzata la protesta dei sindacati, compatti nel sostenere che l'ex Ilva possa avere un futuro solo nelle mani dello Stato. La pensa così anche la maggioranza in Consiglio comunale, che ha però deciso di non impugnare al TAR, come richiesto da molti in città ambientalisti e non, l'autorizzazione integrata ambientale rilasciata a luglio dal Ministero dell'Ambiente, nonostante il parere contrario di tutti gli enti locali. .























