Morte Purgatori, perizia Procura: errori e omissioni

24 set 2024
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Referti non corretti, approfondimenti insufficienti, analisi male interpretate, terapie sbagliate. La perizia medico legale, disposta lo scorso marzo dal GIP di Roma sulla morte di Andrea Purgatori, parla di una catastrofica sequela di errori ed omissioni. Dunque il giornalista poteva salvarsi? Si sicuro se l'endocardite, causa del decesso avvenuto il 19 luglio del 2023, a due mesi dalla diagnosi di cancro, fosse stata individuata e trattata con maggiore tempestività, Purgatori sarebbe potuto sopravvivere decisamente più a lungo. Indagati con l'accusa di omicidio colposo, sono quattro medici, il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi con la dottoressa Maria Chiara Colaiacono appartenenti entrambi all'equipe del professore e il cardiologo Guido Laudani. Proprio in relazione a quest'ultimo, i periti hanno evidenziato, come interpretò non correttamente i risultati dell'esame Holter e non valutò adeguatamente il quadro clinico e gli effetti delle errate terapie che aveva impostato. In merito al ricovero del luglio 2023, la perizia sottolinea come il giornalista sia stato dimesso apparentemente senza visionare i risultati di un prelievo effettuato il 19, giorno della morte, dal quale si rilevava la severa anemia che avrebbe controindicato le dimissioni di Purgatori dalla clinica, anemia causata proprio dall'infinità di sbagli risultati fatali.

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