Il mare mosso nel Mediterraneo centrale ferma le partenze dalla Libia e dalla Tunisia, ma dalla Turchia continuano a tentare la traversata barche cariche di profughi; soprattutto siriani, afghani e palestinesi. In 150 sono arrivati nelle ultime 24 ore sul versante ionico della Calabria, soccorsi dalle motovedette italiane e portati a terra; tra loro anche famiglie con bambini di pochi mesi; altri 150 e anche in questo caso molti profughi siriani e palestinesi con bambini erano riusciti ad arrivare a Lampedusa nel giorno dell'Immacolata su barchini entrati direttamente in porto o intercettati davanti all'isola, 33 egiziani sono sbarcati invece dalla Louise-michel nave tedesca autorizzata ad attraccare per il peggioramento delle condizioni meteo.L'hot spot a Lampedusa è di nuovo strapieno nonostante i trasferimenti con più di 1000 migranti e meno di 400 posti. Intanto il porto di Salerno è stato assegnato alla Geo Barents di Medici Senza Frontiere da cui in giornata era stato evacuato un ragazzo di 14 anni con forti dolori addominali e nei giorni scorsi due donne con i loro bambini piccoli, tra loro anche Ali, nato a bordo della nave, subito dopo il soccorso. La mamma Fatima salvata appena in tempo da un gommone su cui viaggiava con altre 90 persone era già in travaglio all'arrivo degli operatori umanitari. Tra i 248 naufraghi rimasti a bordo ci sono molti minori soli, alcuni piccoli come il bambino di 10 anni che gli scafisti hanno separato dal fratello maggiore al momento dell'imbarco. In attesa di un porto richiesto alle autorità maltesi e italiane al largo delle coste siciliane rimane la Humanity One con 261 naufraghi. Drammatici racconti dei sopravvissuti alla detenzione in Libia dove i neri, dicono, vengono venduti come schiavi. Agli operatori umanitari riferiscono delle violenze, delle torture, delle uccisioni subite dai compagni di cella e di quelle che subiranno invece i compagni di viaggio che sono stati fermati e riportati indietro dai militari libici.