La misura cautelare sarà il carcere. Lo dispone il Tribunale del Riesame di Bologna per Chiara Petrolini, la ventunenne indagata e attualmente agli arresti domiciliari dopo il ritrovamento dei resti di due neonati sepolti nel giardino della sua casa di Vignale di Traversetolo, nel parmense. L’esecuzione della misura cautelare è sospesa fino al deposito delle motivazioni e all’eventuale ricorso in Cassazione. Dall’autopsia è emerso che il primo neonato è morto per uno shock emorragico da recisione del cordone ombelicale nell'ipotesi di omicidio volontario crede la procura. «Chiara aveva già deciso, aveva detto il Procuratore di Parma, Alfonso D’Avino, che il bambino non sarebbe sopravvissuto al parto, e tutto il percorso della gravidanza appare disseminato di indizi. Chiara cercava sul web come mantenere nascosta la gravidanza, come indurre o accelerare il parto e quali condotte tenere per cagionare o favorire un aborto». I giudici del Riesame hanno accolto integralmente l’appello presentato dalla Procura della Repubblica di Parma sulla misura cautelare in attesa di giudizio e disposto la custodia in carcere per l’omicidio del secondo figlio, partorito il 7 agosto scorso, e per le soppressioni di due cadaveri, quindi anche del neonato partorito il 12 maggio 2023. «Prendo atto della decisione del Tribunale, commenta il difensore di Chiara Petrolini, l’avvocato Nicola Tria, Ribadisco che a mio avviso gli arresti domiciliari sono in realtà adeguati al contenimento delle esigenze cautelari proprie di questa vicenda. D'altro canto, aggiunge, la misura cautelare non può e non deve mai rappresentare un'anticipazione della pena».