La rabbia e la paura dilagano tra gli oltre 400 dipendenti Almaviva per i quali, a meno di un intervento risolutivo da parte del governo nazionale e di quello regionale, il 31 dicembre scade l'ultima proroga alla cassa integrazione. "400 famiglie, 400 dipendenti Almaviva che saranno in mezzo a una strada". "Questo è il Presidente del Consiglio quando stava all'opposizione, oggi il Presidente del Consiglio non ha detto una sola parola, su 494 lavoratori italiani che fra quattro giorni saranno licenziati". "Posto di lavoro ventennale perché chi le parla era stata assunta in Almaviva dal maggio del 2004. Ok? Marito e moglie in azienda, la mia famiglia rimarrà a zero euro di reddito a partire dal primo gennaio 2025. Ditemi se è normale". Tornano a far sentire la loro voce davanti all'assessorato delle unità produttive dove si svolge l'ennesimo di una serie di confronti istituzionali che finora non sono stati in grado di trovare una soluzione. "Dopo due anni di portarci a spasso, speriamo che negli ultimi due giorni si trovi la soluzione, quindi noi il 30 ci rincontreremo sia col Ministero che qui a livello regionale". "Si sta perdendo il posto di lavoro". Anche in Sardegna rischia di essere un amaro capodanno per i 270 operai di Portovesme tornati a riunirsi in un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento della multinazionale, controllata dalla Glencore, che ha annunciato lo stato anticipato della produzione della linea zinco. Un sit-in convocato dai sindacati nel giorno della visita di una delegazione di ministri in un sito fondamentale per lo sviluppo industriale del paese, dice il ministro Urso. "Noi ci siano, abbiamo già comunicato all'azienda che la decisione assunta da loro era per noi inaccettabile".