Vi ringrazio sono grata a tutti. Si chiama Caterina Monticelli ha 98 anni lo aspettava da tempo e oggi finalmente ha ricevuto la prima dose di vaccino contro il Covid, ma Caterina è solo una dei tanti che per età o per gravi patologie non possono spostarsi ed hanno chiesto per questo di ricevere il siero a casa. Innanzitutto sono pervenute a noi le segnalazioni da parte del numero verde della centrale del 118 e inoltre si sono aggiunte segnalazioni dei medici di medicina generale. Somministrazioni domiciliari che in molte regioni italiane non sono ancora partite o sono andate finora un po' a rilento. L'organizzazione di certo non è semplice, c'è bisogno di un coordinamento efficace. Le squadre composte da un medico e un infermiere che vanno a casa e somministrano il vaccino dopo l'individuazione a seconda dei criteri che che l'età che e la vicinanza anche dei sei pazienti. Ogni boccetta sei dosi e un tempo massimo per somministrarle. Le persone entro cinque ore e quindi bisogna spostarsi cambiarsi, entrare in ogni casa a fare l'anamnesi. Alla prima alla prima vaccinazione che c'è tutta la parte della giurisdizione, da lì partono le cinque ore. Ma il motivo per cui non si è partiti prima con le somministrazioni a domicilio sembra essere un altro. Probabilmente la mancanza di vaccini, il personale ormai è stato assunto e richiamato anche noi dipendenti siamo chiamati a fare oltre l'orario di lavoro. E poi ci sono anche i medici di base. Io secondo le disposizioni della ASL del distretto ne faccio una fiala a settimana per quanto riguarda diciamo i nuovi e un'altra fiala a settimana per quanto riguarda la seconda dose. Un aiuto in più e con l'arrivo di nuove dosi di siero la campagna a domicilio dovrebbe accelerare, per dare anche a chi più fragile tra i fragile ha diritto come e più di altri a difendersi dalla malattia.























