Oltre 20 parti civili ammesse al processo per l'omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica, nel Cilento, ucciso nel 2010 con 9 colpi di pistola. Tra le parti ammesse per questioni formali, non c'è proprio la Fondazione Vassallo. A chiederne l'esclusione, il legale di Giuseppe Cipriano, imprenditore, uno degli imputati per l'omicidio del sindaco. "In questo processo, quello che è importante è il Consiglio dei Ministri, il Ministero dell'Interno e di Grazia e Giustizia, cioè lo Stato. Lo Stato si è costituito". Gli imputati sono il Colonnello dei Carabinieri Fabio Cagnazzo, l'ex Carabiniere e suo braccio destro Lazzaro Cioffi, l'ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso e Giovanni Cafiero, che deve rispondere solo del traffico di droga. Il sindaco sarebbe stato ucciso perché aveva scoperto un traffico di droga, riconducibile ad ambienti camorristici, nel quale sarebbero stati coinvolti anche esponenti dell'Arma. Sicura dell'estraneità ai fatti del Colonnello Cagnazzo è il suo avvocato Ilaria Criscuolo. "La qualifica di qualcuno degli imputati è certamente un fattore che contribuisce a rendere il processo quello che è, insomma, un processo mediatico, che non è mai, insomma, nell'interesse di nessuno una cosa troppo, troppo buona". Secondo l'accusa invece, Cagnazzo avrebbe, in concorso, pianificato l'omicidio e organizzato il depistaggio delle indagini. È stato ammesso, tra le parti civili, anche Bruno Humberto Damiani, detto il Brasiliano, due volte indagato e poi archiviato per l'omicidio di Vassallo, verso il quale, secondo gli investigatori, si sarebbe concentrata buona parte dell'attività di depistaggio, messa in atto da Cagnazzo. .























