Si cerca un dettaglio, un qualsiasi elemento utile a fare imboccare una strada precisa a un'indagine che, a due settimane dall'omicidio di Sharon Verzeni, prosegue ancora a tutto campo. L'impressione è che una svolta sia ancora lontana, per questo la speranza è che delle analisi dei RIS di Parma sui campioni prelevati durante l'autopsia arrivi qualche risposta. Risposte che i Carabinieri di Bergamo hanno cercato anche in Sergio Ruocco, il compagno trentasettenne di Sharon, risentito martedì per oltre 5 ore dagli investigatori come persona informata sui fatti. Purtroppo, non credo di essere stato di grande aiuto, ha detto. Mi hanno chiesto le solite cose, come andava tra noi, com'era la vita di Sharon, anche dei suoi rapporti al lavoro. Una vita specchiata sembra. Passata al setaccio, in queste settimane, ma da cui, al momento, non emergerebbero ombre. Chi ha colpito Sharon con quattro coltellate di cui mortali mentre passeggiava, come di consueto, a tarda sera in via Castegnate? Com'è possibile che il killer non abbia lasciato alcuna traccia? Gli investigatori, in queste ore, oltre a sentire tutti gli abitanti della zona, stanno passando al setaccio le immagini delle telecamere di videosorveglianza, anche dei giorni precedenti all'aggressione. Se il killer, dopo aver colpito Sharon, fosse fuggito imboccando vicolo Castello sarebbe stato ripreso da queste telecamere. L'altra ipotesi è che sia fuggito nella direzione opposta, ovvero verso Piazza 7 Martiri da cui proveniva Sharon. A metà strada tra il luogo dell'aggressione e la piazza c'è questo complesso con un passaggio pedonale utilizzato da molti. Ci sono i portici, la sera è piuttosto buio e soprattutto non ci sono telecamere.