Omicidio Verzeni, in aula Sangare ritratta confessione

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1 giorno fa

Parla per diversi minuti con frasi confuse, ma ribattendo punto su punto ogni contestazione e ritratta tutto. Davanti alla corte d'assise di Bergamo, che ha disposto per lui una perizia psichiatrica; Mussa Sangare, il trentunenne a processo per l'omicidio volontario pluriaggravato di Sharon Verzeni, accoltellata in strada a Terno d'isola lo scorso luglio, dopo aver confessato, si proclama di nuovo innocente, come già fatto nella prima udienza, ma questa volta tenta di dare una spiegazione ad ogni prova a suo carico. Il coltello sotterrato sull'argine dell'Adda era lì perché era solito fare il barbecue in quella zona. I vestiti, poi li avrebbe gettati per paura di essere riconosciuto perché l'assassino lo aveva visto. Come per paura precisa ora di essersi tagliato i capelli. La confessione invece lascia intendere, gli fu in qualche modo estorta dopo tre giorni trascorsi senza dormire, continuavano a spingermi, dice Sangare che contesta anche i tempi, troppo pochi per essere compatibili con l'omicidio, i minuti intercorsi tra le riprese delle varie telecamere di via Castegnate la notte del 29 luglio, mentre lui percorreva in bici la strada contromano, dice. In aula ascoltare la nuova versione ci sono la sorella, il papà e lo zio della vittima. "Mi sembra a mio modo di vedere che oggi abbia dimostrato la piena capacità di difendersi nel processo. Ha ricordato molto bene tutto quello che ha fatto e evidentemente è un soggetto assolutamente lucido." L'incarico per la perizia psichiatrica che dovrà essere consegnata entro 90 giorni è stato affidato a Giuseppina Paulillo, psichiatra della USL di Parma. Sarà lei a dover dire se Sangarè abbia la capacità di stare in giudizio, quindi se sia imputabile, se al momento dei fatti fosse capace di intendere e di volere e in particolare, se sia affetto da patologie psichiche. .