Tre ore per rispondere a tutte le domande del GIP e per raccontare la sua versione sui fatti che hanno portato alla morte di Youns El Boussettaoui, il marocchino rimasto vittima della sparatoria di martedì sera nel centro di Voghera. Massimo Adriatici, il quarantasettenne assessore comunale alla sicurezza, agli arresti domiciliari con l'accusa di eccesso colposo in legittima difesa, sostiene che il colpo letale sia partito al termine di una colluttazione con il marocchino, dopo essere caduto a terra per un violento colpo subito. Lo ha detto ai Carabinieri appena fermato, lo ha ripetuto al GIP di Pavia Maria Cristina Lapi durante l'interrogatorio di garanzia. "Adriatici è stato vittima di una violenza improvvisa e inaudita che l'ha fatto cadere a terra procurandogli uno stato, nell'immediatezza, di confusione. Non ha un ricordo preciso e non è stato in grado di precisare come esattamente sia partito questo colpo". Ora sarà il Giudice a dover decidere, nelle prossime ore, se convalidare gli arresti domiciliari, come chiesto dal PM Roberto Valli, titolare dell'inchiesta. La testimonianza dell'indagato aiuterà a stabilire nel dettaglio la dinamica dei fatti, assieme ad altri elementi attualmente agli atti o che presto entreranno a far parte del fascicolo: il racconto di almeno altri due testimoni, che sostanzialmente confermano la dinamica prima dello sparo; un video di una delle tante telecamere di sicurezza puntate sulla piazza che testimonia la lite e la colluttazione, ma non il momento dello sparo; ma anche l'esame autoptico i cui esiti saranno presto a disposizione della Procura e, non da ultimo, l'esame balistico che darà un'idea più precisa della traiettoria del proiettile calibro 22 che ha colpito la vittima all'addome.