Una sparatoria per strada, una donna che chiede aiuto alla polizia denuncia i familiari e mette fine sul nascere alla guerra tra due clan. Accade allo Zen tra i palazzoni di edilizia popolare dove centinaia di famiglie sopravvivono tra degrado e disoccupazione e dove far rispettare le regole, anche le norme anti Covid, diventa un'impresa non facile. Gli agenti della Squadra Mobile di Palermo hanno fermato i responsabili di quello che gli inquirenti definiscono un agguato di mafia. Quattro uomini che martedì per strada avevano aperto il fuoco contro Giuseppe Colombo e figli Antonino e Fabrizio, ferendoli. A sparare sarebbero stati Litterio Maranzano e il fratello Pietro. Ad avvertire le forze dell'ordine una familiare che, abbattendo così il muro dell'omertà ha fatto i nomi dei responsabili del tentato omicidio e ha spiegato il movente del raid scattato pare dopo una lite. "Vi prego stanno per succedere cose gravissime allo Zen". Erano state le sue parole, ora la donna è sotto protezione. "Era da tempo che non si registrava un episodio così cruento e dimostrativo e soprattutto non soltanto nei confronti delle vittime che erano i Colombo, ma anche nei confronti dello stesso quartiere, questa azione dimostrativa e di forza doveva incutere tutto quel timore necessario nelle vittime che poi non si sarebbero dovute come è avvenuto rivolgere alle forze dell'ordine per denunziare i responsabili dell'agguato nei loro confronti".























