I cancelli restano chiusi, si aprono solo per la consegna dei dispositivi di protezione e dei pasti caldi. La città del povero che da sempre accoglie i senzatetto italiani e stranieri, donne e bambini, è zona rossa. La struttura è presidiata notte e giorno dalle forze dell'ordine che impediscono a chiunque di entrare e uscire con l'eccezione degli addetti del comune, della protezione civile e degli operatori sanitari. Qualcuno protesta per la quarantena necessaria dopo che su 400 tamponi un centinaio sono risultati positivi. All'interno della struttura nata in una ex caserma ceduta dal Presidente della Repubblica al missionario laico Biagio Conte, che qui con l'aiuto dei volontari e la generosità dei cittadini, ha dato vita ad una città dell'accoglienza in cui, accanto al dormitorio è stata costruita una Chiesa, una serie di laboratori in cui i senzatetto imparano un mestiere, e poi una mensa dove si riuniscono, come fosse una grande famiglia e dove al fianco di chi ha perso tutto, non ha mai avuto nulla, ha voluto sedersi a tavola anche il Papa nella sua visita del settembre 2018. I missionari chiedono che lo spirito di solidarietà non venga meno. La cosa più pericolosa non è il Coronavirus ma è la chiusura dei cuori. Non dobbiamo avere paura, avere fede e andare avanti. Non perdiamo l'umanità. Il sindaco rinnova l'appello alla cittadinanza per evitare comportamenti che, al di fuori di questa struttura, possano favorire il contagio. Permane alta l'esigenza di massima tutela e di massima cautela non soltanto all'interno della struttura ma anche fuori perché il contagio rischia di diffondersi per comportamenti che sono incivili, che nulla hanno a che fare con i casi positivi all'interno della missione.