Sono in Camera di Consiglio, i Giudici della Corte d'Assise di Palermo, davanti ai quali si è celebrato il Processo d'Appello sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, che ci sarebbe stata all'indomani delle stragi del 92 è del 93, tra pezzi deviati delle istituzioni e vertici di Cosa Nostra. Trame oscure per i magistrati della DDA di Palermo, che vogliono far luce, su una delle pagine più buie della storia del nostro Paese. La Corte, presieduta da Angelo Pellino, si è ritirata per emettere un verdetto. Alla sbarra, tra gli altri, ci sono l'ex-Senatore di Forza Italia, Marcello Dell'Utri condannato in primo grado a 12 anni di carcere, il boss Leoluca Bagarella condannata a 28 anni, gli ex-Ufficiali del Ros, Mario Mori e Antonino Subranni, anche loro condannati a 12 anni, il medico di fiducia di Totò Riina, Antonino Cinà e l'Ufficiale dei Carabinieri, Giuseppe De Donno, condannati entrambi ad otto anni. Secondo l'accusa, dopo le stragi di Capaci e di via D'Amelio, pezzi deviati dello Stato, avrebbero trattato la pace con i vertici della cupola mafiosa, per far terminare la stagione del terrore, scendendo a patti con i boss. L'accusa della quale devono rispondere gli imputati, è quella di attentato al Corpo Politico dello Stato. Tra gli imputati, figurava anche il boss Giovanni Brusca, ma per il pentito, tornato libero tra le polemiche, nel maggio scorso, era già scattata la prescrizione.