Pazienti curati per terra, come è accaduto a Nola in provincia di Napoli, errori in sala operatoria, parti ritardati con conseguenze mortali per mamme e figli. Il caso della paziente che si trova in un letto d’ospedale, sempre a Napoli, assediata dalle formiche non è isolato. In Italia medici, operatori e direttori sanitari denunciati si ritrovano spesso al centro di inchieste della magistratura che indaga per accertare tutte le loro eventuali responsabilità. A Treviso è recente il caso dell’infermiera che, secondo i sospetti della ASL, fingeva di vaccinare i bambini. Ci sono, poi, pazienti che vengono dimessi dal pronto soccorso e, una volta a casa, le loro condizioni peggiorano. L’Italia spesso si ritrova a fare i conti con decessi che sembrano inspiegabili, come è accaduto nel luglio scorso: un uomo di 47 anni, papà di un bimbo di 3 anni, si era rivolto al pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma lamentando forti dolori all’addome. Dopo ore di attesa, i medici diagnosticano una infiammazione alle vie urinarie e viene somministrato un farmaco con una flebo. Si trattava di Augmentin, racconta ai parenti una paziente ricoverata anche lei, ma non appena il farmaco entra nelle vene l’uomo muore. Ancora, un signore ricoverato all’ospedale di Massa Carrara si ritrovò nell’addome un paio di pinze lunghe 18 centimetri dimenticate nel corso di un intervento chirurgico all’intestino. I legali della famiglia presentarono una denuncia per omicidio colposo. Sono piene le cronache di cure ospedaliere e ricoveri sbagliati, trasfusioni errate, diagnosi che non corrispondono al vero. Circa 2.000 sarebbero le segnalazioni di malasanità in Italia dal 2005 al 2012 secondo il SIMES, il Sistema di monitoraggio degli errori medici in sanità. 753 sarebbero i casi avvenuti all’interno dei reparti di degenza, 359 in sala operatoria. In 683 casi l’esito è stato il decesso del paziente.