“Le piace?” “Tantissimo. Sono soddisfatta e mi tira su il morale, sì, veramente”. Serve fantasia, serve la fiaba, serve l'incanto e serve ai grandi, non soltanto ai bambini, soprattutto qui a Genova Certosa, a pochi passi dalle macerie del ponte Morandi che è crollato quasi un anno fa, il 14 agosto, e fatto esplodere poi il 28 giugno scorso. Qui, dove molti negozi e molte aziende hanno chiuso, la viabilità è stata completamente stravolta e ogni cosa ricorda che sono stati 12 mesi complicati, che sono morte 43 persone e che la casa di tanti residenti di via Porro non esiste più, ma che bisogna andare avanti e per farlo serve lo stupore, anche alzando la testa quando si cammina per strada. Ecco perché 15 artisti si sono dati appuntamento tra le vie del quartiere. “C'è un'attenzione diversa, legata all'arte e non più legata solo ai disastri, ai disagi che da un anno a questa parte nel quartiere si vivono e grazie alla Street Art stiamo provando e stiamo riuscendo a fare questa cosa”. “Questo cosa racconta?” “Questo racconta scene di vita quotidiana fondamentalmente. L'artista ha voluto portare, in un modo giocoso e gioioso anche, quello che quotidianamente facciamo, dall'andare in bicicletta al cane dei signori che tutti i giorni vengono a salutarci”. “Ho capito che le piace”. “Sono una meraviglia e hanno lavorato proprio meravigliosamente. Poi quello là dei pesci, guardi, è stupendo. E poi c'è l'altro sotto, erano dietro a farlo, ma non ho capito cos'è perché c'erano appena quattro pezzi”. “Sì, belli, per me sono stati belli”. “Il tuo preferito qual è?” “E' quello coi pesci”. “Poi sono stati bravi. A parte tutto, gente brava, proprio in gamba, sì. Contenta, contentissima”.