È una ferita che rimane aperta il crollo di Ponte Morandi a Genova. Sei anni dopo la tragedia alle 11:36 il silenzio, le rose bianche e i nomi delle 43 vittime scorrono tra le immagini delle macerie. Immagini che appartengono alla memoria collettiva, scrive il Presidente della Repubblica, nel giorno di cordoglio e memoria. "Oddio, oddio". Accertare definitivamente le responsabilità, il monito di Mattarella. Una verità che i familiari delle vittime hanno scritto nel cuore. "Noi vogliamo che la verità, che ormai tutti hanno ben compreso, diventi verità processuale. Vogliamo che ci siano dei colpevoli per questa strage vergognosa". Il processo ai 58 imputati ripartirà l'11 settembre dopo la pausa estiva e dopo 170 udienze. La promessa del Procuratore capo Piacente a chi da 6 anni aspetta la verità in una sentenza prevista a fine 2025. "Guardando a questo impegno, guardando a questo punto anche alla consapevolezza che effettivamente ci sono dei rischi di prescrizione, io ritengo che proprio gli sforzi che vengono compiuti in udienza possono essere, voglio dire, un germe ecco di fiducia nella giustizia". Oggi ci sentiamo tutti un po' genovesi, le parole del Premier Giorgia Meloni, figli di una città spezzata in due che ha saputo rialzarsi. Commosso il Sindaco Marco Bucci ricordando la catena di solidarietà e il desiderio di rialzarsi di una Genova che non dimentica. "E lì ho ho avuto il coraggio di dire che Genova non era in ginocchio". Il resto della giornata è un rinnovato dolore e ricordo di quelle vite rimaste sospese. "Stavo cucinando e mia nipote mi ha chiamato chiedendomi se fossimo tutti a casa, e dico sì. Dice zia piove forte sei sicura? Dico sì, Michi è al lavoro ma gli abbiamo detto di aspettare. E lui senza aggiungere altro mi ha mandato la foto del ponte crollato. Quindi noi abbiamo avuto questo presagio in 10 minuti, siamo stati i primi ad arrivare, eravamo qua". "Ho un fratello sempre nel cuore. Combatterò per lui e per i suoi quattro figli. Sempre".