Il Tricolore qui a Schengjin non è solo simbolico. Siamo in terra albanese, ma oltrepassato questo cancello si entra a tutti gli effetti in Italia che vi esercita la propria giurisdizione. Vale per i 3500 metri quadrati di Schengjin come per i quattromila di Jader; i due centri per migranti nati dall'accordo tra Roma e Tirana. Il primo allestito praticamente in riva all'adriatico funzionerà da hotspot. "La nave della Marina Militare Italiana attraccherà a questa banchina, i migranti quindi percorreranno scortati a piedi pochi metri sul territorio albanese prima di raggiungere il centro di Schengjin che come dicevamo è a tutti gli effetti territorio italiano. Vi arriveranno è bene ricordarlo solo maschi adulti non vulnerabili e provenienti da Paesi sicuri, il vice ambasciatore italiano a Tirana Luigi Mattirolo e il funzionario della Polizia di Stato Evandro Clementucci ci guidano nella visita al centro, dove i migranti saranno sottoposti nuovamente a visite mediche e procedure di identificazione. Chi lo vorrà, ritenendo di averne diritto, potrà fare già qui richiesta di asilo politico. Per tutti ad ogni modo la permanenza nel centro, che non è provvisto di posti letto, potrà durare al massimo qualche ora, quindi il trasferimento in pullman verso Jader poco meno di mezz'ora di strada non sempre agevole. Allestito in una vecchia base dell'Aeronautica albanese il centro al momento una capienza di 400 posti e comprende diverse zone c'è subito quella riservata agli alloggi del personale italiano quindi percorso un lunghissimo corridoio si arriva alle aree per migranti. La prima ospiterà i richiedenti asilo che attenderanno in questi moduli abitativi l'esito della loro richiesta. Una procedura accelerata che dovrebbe portar via quattro settimane al massimo e durante la quale il richiedente potrà avere assistenza legale da remoto. Sbarre alle finestre e porte blindate invece per le stanze della zona detentiva riservata ai migranti che dovessero vedersi respingere la richiesta d'asilo oppure che decideranno di non farla infine la struttura penitenziaria un mini carcere con celle e aule per le udienze, potrebbero finirvi i migranti che dovessero commettere reati nel centro oppure quelli fuggiti da ordini d'arresto o condanne emessi dai loro paesi d'origine. tutto attorno recinzioni e doppi cancelli ti fanno capire che da qui non solo non si potrà uscire, ma sarà difficilissimo anche fuggire.