La vera emergenza dell'Italia è il Sistema Sanitario Nazionale. Così l'ultima relazione della Fondazione Ginbe che mette in luce le criticità presenti sul nostro territorio. Un quadro impietoso che fa segnare un aumento sempre più netto dei costi della spesa a carico delle famiglie e che spinge quasi 4,5 milioni di persone a rinunciare alle cure soprattutto per motivi economici. Mentre le prestazioni sanitarie pagate direttamente dai cittadini, nel 2023 sono aumentate del 10,3% in un solo anno. Nel dettaglio, rispetto al 2022, nel 2023 l’aumento della spesa sanitaria totale è stata di 4.286 milioni di euro ed è stata sostenuta esclusivamente dalle famiglie come spesa diretta con +3806 milioni o tramite fondi sanitari e assicurazioni, +553 milioni. Un malcontento crescente che non risparmia il personale sanitario sempre più penalizzato da turni massacranti, stipendi bassi, prospettive di carriera limitate: il tutto aggravato da una escalation di violenze e aggressioni contro i medici. Con 6,5 infermieri ogni 1.000 abitanti l’Italia è ben al di sotto della media OCSE, e si colloca tra i Paesi europei con il più basso rapporto infermieri/medici rispetto al resto d'Europa. Per quanto riguarda i fondi PNRR, per ora, al 30 giugno 2024 sono stati raggiunti i target europei che condizionano il pagamento delle rate all’Italia. Tuttavia, spiega il Presidente di Gimbe, l'attuazione dei progetti, che riguardano i posti in terapia intensiva, le centrali operative territoriali, gli ospedali di comunità, risente delle diseguaglianze regionali e mette ancora una volta in evidenza come l’Italia sia spaccata fra nord e sud. In occasione della presentazione del rapporto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato un messaggio sottolineando come il Servizio Sanitario Nazionale costituisca una risorsa preziosa e sia un pilastro essenziale per la tutela del diritto alla salute.