A bordo di questa barca a vela partita dalla Turchia c’erano famiglie di profughi afgani e siriani, spariti tra le onde quando la barca si è ribaltata a 120 miglia dalle coste italiane, 66 dispersi che il mare difficilmente restituirà, tra loro 26 bambini. I 12 sopravvissuti salvati dalla Guardia Costiera sono stati portati a Roccella Jonica, una donna è morta poco dopo l’arrivo al molo. In stato di shock, per aver visto annegare familiari e compagni di viaggio al team di psicologi e operatori umanitari di Medici Senza Frontiere hanno raccontato la traversata, hanno detto di aver cominciato a imbarcare acqua quattro giorni prima, di aver visto diverse barche ma nessuna si è fermata, il mayday lanciato da una nave francese ha attivato la macchina dei soccorsi solo dopo che l'imbarcazione si era ribaltata. A Lampedusa invece sono stati portati vittime e sopravvissuti del naufragio avvenuto nel Mediterraneo Centrale, alcuni in condizioni critiche, ustionati e intossicati, sono stati salvati dal team dell'organizzazione umanitaria Resqship, a bordo del veliero Nadir. Dieci corpi senza vita, erano ammassati all'interno dello scafo pieno d'acqua in questo barchino. I soccorritori hanno dovuto farsi strada con un'ascia per raggiungerli. E' una tragica scena che si ripete, con lo stesso pesante bilancio a meno di dieci giorni fa dal ritrovamento degli 11 corpi senza vita recuperati dalla nave di Medici Senza Frontiere su una barca in avaria e portati sull'isola da una motovedetta. Una strage infinita, denunciano l'Unhcr, l'Oim e Unicef: il numero delle vittime nel Mediterraneo Centrale ha raggiunto quota 800, con una media di quasi cinque morti e dispersi al giorno dall'inizio dell'anno.