“Non c’è un codice specifico sui danni sui beni culturali. Rimane un danneggiamento semplice, mentre il danneggiamento sui beni culturali non solo dovrebbe avere un’aggravante, ma dovrebbe essere un reato a sé”. Allo sfregio non c’è mai limite. Quando l’atto vandalico colpisce il patrimonio artistico e culturale di una città, si apre una ferita anche per i cittadini. A Roma, nella notte tra domenica e lunedì, è stata sfregiata la statua dell’Elefante di Piazza della Minerva, a due passi dal Pantheon e dalle vie centrali della Capitale. Una zanna, la sinistra, è stata staccata e altri segni sono stati inferti accanto alla parte danneggiata. Siamo in Piazza della Minerva e quella che vedete alle mie spalle è l’opera del Bernini, dove l’Elefante fa da basamento all’Obelisco egiziano della Minerva, uno dei tredici obelischi antichi che si trovano a Roma. Questo risale al VI secolo Avanti Cristo. Il monumento è opera del Bernini, che la realizzò nella seconda metà del 1600 per il Papa Alessandro VII Chigi. È caccia ai responsabili dell’atto, forse ripresi dalle telecamere di sorveglianza dei palazzi intorno alla piazza. Intanto, il frammento staccato è stato recuperato dai funzionari della Sovraintendenza capitolina, perché trovato a terra ai piedi della statua. “Il pezzo attualmente è in sequestro giudiziario. Nel momento stesso in cui ce lo dissequestrano, tempo 2-3 giorni, organizziamo un intervento per verificare se si può rincollare e le modalità conservative più opportune”. Non è la prima volta che un capolavoro del Bernini diventa bersaglio dei vandali. Come non ricordare i tifosi olandesi del Feyenoord che, lo scorso 19 febbraio, devastarono la Barcaccia di Piazza di Spagna o, a ritroso negli anni, lo sfregio della Fontana delle Api in via Veneto nel 2004 o della Fontana dei Quattro Fiumi in Piazza Navona nel 1997.