Fiori e candele nell'asfalto di Rozzano ricordano Manuel Mastrapasqua, accoltellato mentre rientrava dal lavoro poco prima delle 03:00 nella notte tra giovedì e venerdì. Aggredito da un 19enne, Daniele Rezza, che avrebbe confessato davanti alla Polfer di Alessandria, probabilmente mentre tentava di fuggire in Francia. Vagava confuso tra i binari della stazione poco dopo le 12:00 di sabato, quando gli agenti gli hanno chiesto se qualcosa non andasse. Avrebbe raccontato di non essersi reso conto di aver ucciso e che la vittima non sarebbe stata a terra né di aver visto sangue quando è fuggito. Circa 2 minuti dopo una pattuglia dei Carabinieri ha trovato Mastrapasqua sull'asfalto, agonizzante, a causa di un unico fendente al petto. Le telecamere di sorveglianza documentano l'uscita di casa di Rezza dopo le 02:00. Nei pantaloni della tuta avrebbe infilato un coltello da cucina, arma del delitto che non si trova più. Gli inquirenti l'hanno cercata insieme al presunto killer, che sostiene di non ricordare dove l'avrebbe abbandonata. Troppo nervoso, dopo una brutta giornata, avrebbe ancora raccontato agli investigatori, durante la sua confessione. Ora si trova al carcere di San Vittore con l'accusa di omicidio aggravato e di rapina in attesa dell'interrogatorio di garanzia. Saranno ascoltate altre persone in giro quella notte, identificate dalle telecamere di sorveglianza, per capire se qualcuno sia coinvolto, come pure i genitori. Al padre avrebbe confidato l'accaduto, ma in che termini ancora non è chiaro. Rezza ha precedenti penali per furto, quando ancora era minorenne, e per rapina. Aveva lavorato a chiamata come commesso, così come il padre e la madre, cassiera in un noto negozio del centro di Milano. Mastrapasqua, la vittima, lavorava in un grande supermercato di via Farini, dall'altra parte della città. Aveva deciso di camminare un po' quella notte, era dietro casa quando è stato ucciso. Aspettava il giorno in cui lasciare la periferia e costruire la propria indipendenza.