È partito il cantiere per ridisegnare il volto di Scampia, ci sarà l’abbattimento della vela gialla e rossa e la riqualificazione della celeste, dopo il crollo del 22 luglio scorso con 3 vittime e 12 feriti, e quindi l’accelerazione dello sgombero, visto lo stato in cui ormai si trovavano le vele. I nuovi alloggi dovrebbero essere pronti tra due anni e intanto, non senza difficoltà, gli abitanti hanno trovato una sistemazione temporanea altrove ma il processo, sottolinea il Comitato Vele, parte da lontano. "Questa è un po' la sede del Comitato Vele Scampia, qual è lo striscione più antico, diciamo così?" "Cosa vuole Scampia? Tutto!" "Quanti anni fa?" "Una quindicina di anni fa questa scritta comparve sulla vela gialla. Quindi, diciamo, è il primo slogan che poi alla fine, diciamo, mamma noi stiamo cercando di prenderci tutto quello che, come dire, ci è mancato. Questa esperienza non nasce adesso, nasce 40 anni fa. Il governo sta portando sta rivendicando, diciamo, il modello Caivano noi portiamo, diciamo, rispondiamo, chiaramente, alla Premier di portare il modello Scampia a Caivano. Un modello straordinario, popolare, dal basso". No, dunque, al modello Caivano: il Comitato convoca una conferenza stampa insieme ad attivisti del quartiere Quarticciolo di Roma. "Non a caso il piano di fattibilità redatto dall'Università Federico II e dal Comune di Napoli c'è la firma del Comitato Vele. Significa che in questo spazio dove oggi stiamo facendo questa conferenza si è scritto quello che sta accadendo ora Scampia". Ora, ribadiscono dal Comitato, per Scampia la priorità è la normalità, quindi casa, lavoro, servizi e futuro.