La sua fede calcistica era questa: Palermo. E direi che oggi queste due fedi si incontrano. La fede in Gesù che ha consegnato il suo corpo. La vita di Totò, quella calcistica, è una vita che continua a farci vibrare. Noi lo conosciamo quel suo corpo, la sua corsa. Ricordiamo soprattutto quel suo corpo proteso nella gioia di quegli occhi, di quel volto che esultavano insieme alle sue braccia in quel 1990. Ma noi dobbiamo narrare un'altra cosa. Dobbiamo continuare a narrarla. Totò Schillaci, il suo corpo, ha continuato a donarlo perché altri avessero corpi liberi. Totò Schillaci è rimasto uno di noi. È rimasto semplice, umile e ha pensato la sua vita facendo memoria della sua origine della sua vita. Ha pensato la sua vita come un dono, soprattutto le nuove generazioni potessero avere uno sguardo bello, trasfigurato come il suo. Potessero correre in strade belle, libere.