La campanella suona, ma non per tutti. E se per i bambini potrebbe essere solo un giorno di vacanza in più, il primo sciopero dell’anno nel mondo della scuola causerà disagi, ritardi, supplenze e orari ridotti. Sono 50.000 secondo le stime dell’ANIEF i maestri e le maestre diplomati magistrali che aderiranno alla protesta contro la sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che li ha esclusi dalle graduatorie a esaurimento, quelle che assicurano, prima o poi, una cattedra. Tre milioni e mezzo gli alunni delle scuole materne o primarie il cui primo giorno di scuola è a rischio. Gli insegnanti si daranno appuntamento davanti alla sede del Ministero dell’istruzione a Roma. Contemporaneamente ci saranno sit-in anche davanti agli uffici scolastici regionali di Torino, Milano, Bologna, Palermo, Cagliari, Catanzaro e Bari. La discussa sentenza del Consiglio di Stato pronunciata prima di Natale stabilisce che il diploma magistrale non è più sufficiente per insegnare negli asili e nelle elementari: servono la laurea e la Scuola di specializzazione. Se da una parte questo dà maggiori garanzie alle famiglie sulla preparazione di chi è in cattedra, dall’altra molti bambini potrebbero perdere la loro maestra, diplomata ma che non ha fatto il concorso. La richiesta del sindacato è quella di confermare nei ruoli dello Stato i 6000 neoassunti con riserva, che hanno superato o stanno superando l’anno di prova, e assumere i 44.000 colleghi inseriti con riserva nelle GaE, molti dei quali insegnano nelle scuole da anni. Ma il Ministero precisa: non ci sarà alcun effetto immediato, chiederemo un parere all’Avvocatura di Stato.