Scuola, l'introduzione della didattica a distanza in Toscana

26 ott 2020
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Divisi sulla scuola e sul ritorno a casa dei ragazzi. So che altre regioni vogliono chiudere del tutto le scuole superiori. Io sono contrario. Anzi, io mi sarei attestato sul 50% però prendo atto della disposizione di Governo e mi adeguo, perché comprendo che le misure devono essere fatte. La regione Toscana stanzia 5 milioni di euro per aiutare il trasporto pubblico e istituisce un osservatorio sulla connettività digitale, ai presidi lascia la libertà di scelta su come organizzare quel residuale 25% di didattica in presenza. Andrebbe salvaguardata una parte di laboratorio per tutti. Qui all'istituto professionale Cellini Tornabuoni si formano elettricisti, meccanici, operatori turistici e del settore moda. Nei laboratori si imparano mestieri, luoghi speciali che sono collanti contro la dispersione scolastica. Questa cosa si fa male a distanza. Molto male, si può fare una parte utilizzando dei simulatori. Però poi il lavoro vero è quello di vedere la macchina fisicamente, realmente vedere quello che succede. Ai dirigenti, insegnanti, si chiede oggi un altro sacrificio, ma a rimetterci davvero sono sempre quelli più deboli. Non è semplice per noi ogni giorno venire e sapere che dobbiamo adattarci a situazioni nuove. Noi che siamo scuola siamo più gestiti di altri che sono per strada oppure al lavoro, perché diciamo che io qualche lavoretto lo faccio e vedo molta gente senza mascherina tranquillamente.

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