Si chiude un capitolo e se ne apre uno nuovo. L'attesa sentenza per la tragedia di Rigopiano, a 7 anni dalla valanga che travolse l'hotel uccidendo 29 persone, arriva dopo un primo rinvio a causa della complessità del processo e del numero di posizione da vagliare, e dopo una lunga Camera di consiglio per la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione. "Oggi qualcosa c'è stato dato, rispetto a quello che ci era stato tolto in primo e secondo grado". È di parziale soddisfazione il primo commento dei famigliari delle vittime, che restano in attesa di leggere le motivazioni del verdetto. "È una sentenza che sicuramente è clamorosa. È clamorosa perché ripone in ballo le responsabilità dei regionali, cosiddetto. Riponendo in ballo le responsabilità dei regionali, apre tutto un fronte, anche positivamente, diciamo, rispetto alle situazioni delle aspettative delle famiglie, un fronte risarcitorio, che adesso sicuramente la Regione Abruzzo sarà costretta ad affrontare". La sentenza di fatto accoglie gran parte delle richieste presentate nella requisitoria della Procura Generale, la pubblica accusa. Nuovo processo di appello per 10 imputati e condanna definitiva, ad un anno e 8 mesi, per l'ex Prefetto di Pescara Francesco Provolo, per i reati di omissione di atti d'ufficio e falso ideologico in atto pubblico, e per l'allora titolare del resort. Nuovo processo d'appello che si svolgerà davanti ai giudici di Perugia per competenza, e riguarderà 6 dirigenti della Regione Abruzzo all'epoca dei fatti, assolti nei primi due gradi di giudizio: l'ex sindaco di Farindola, un tecnico del Comune e 2 funzionari della Provincia di Pescara. Per questi ultimi il nuovo giudizio dovrà rivalutare le accuse di omicidio e lesioni colpose plurime. Posizioni su cui però incombe il rischio prescrizione.