L'Inno d'Italia e un tricolore appeso alla facciata, lì dove campeggiavano le lettere cubitali con il nome di CasaPound fatte rimuovere 10 mesi fa dal Comune. È così che il Movimento di estrema destra risponde al provvedimento di sequestro preventivo dell'edificio disposto dal Gip su richiesta della Procura che indaga 16 persone per istigazione all'odio razziale e occupazione abusiva di immobile. È qui che CasaPound ha installato il suo quartier generale, prendendo possesso abusivamente del Palazzo dell'Esquilino, in pieno centro, nel lontano 2003. Al suo interno vivono 20 famiglie, ma prossimamente dovranno andar via. “Un momento storico, una vittoria per la città” commenta la sindaca Virginia Raggi che ad agosto vuole recarsi di persona dinanzi all'edificio per assistere alla rimozione della scritta da lei ordinata e che già da tempo promette il ripristino della legalità. Il Movimento risponde chiamando a raccolta i suoi sostenitori, dice di non aver ancora ricevuto nulla, che è solo un attacco politico e annuncia: resisteremo! Quando arriverà il sequestro faremo ricorso nelle sedi opportune, così come si fa, con quest'operazione che è un attacco politico si vuole portare CasaPound in cima alla lista degli sgomberi da fare, ma non c'è nessuno sgomberato in atto, attualmente non è stata neanche notificata nessuna richiesta di sequestro. Nel palazzo ci sono con me sempre più o meno una sessantina di persone, tra: anziani, bambini, disabili. Se qualcuno deciderà di fare questo sgombero, vedremo che cosa succede poi il giorno dello sgombero. Abbiamo, ovviamente, intenzione di mantenere l'occupazione e di mantenere il palazzo.