Un turista deve essere libero di muoversi senza rendere conto a nessuno, ma, in caso di necessità, sa di trovare un sistema sanitario pronto a intervenire. Niente passaporto o patente di immunità. Sarà una app a verificare lo stato di salute di chi arriva in Sicilia. Così l'isola riapre le porte ai turisti, ritrovando la sua naturale vocazione all'accoglienza, dopo una chiusura forzata costata la perdita di un'intera stagione, quella primaverile che abitualmente fa grandi numeri e compromettendo seriamente quella estiva che qui è già iniziata. Chi sceglierà una vacanza sul mare cristallino delle coste siciliane o delle isole minori immerse nel Mediterraneo, chi si muoverà tra gli antichi teatri, i templi e i resti di civiltà grandiose sarà monitorato da questo sistema che non prevede obblighi, né sanzioni. Sono convinto che saranno in tanti i turisti a chiedercela perché ognuno vuole venire a divertirsi, sapendo di essere accompagnato da un sistema discreto, invisibile, ma che quando hai bisogno che intervenga è pronto a intervenire. L'obiettivo è favorire la ripresa del turismo, settore trainante dell'economia siciliana che, grazie alle presenze record degli ultimi anni, ha visto proliferare centinaia di attività, ristoranti e B&B, oggi in piena crisi. Ma l'imperativo è conciliare la sicurezza di tutti. Lo ribadisce Guido Bertolaso, a cui Musumeci ha affidato il coordinamento del protocollo sanitario. Non voglio dire che anche chi starnutisce venga subito segnalato, identificato e denunciato, tra virgolette, ma che ci sia davvero un’attività di monitoraggio dettagliata, perché la finalità di questa app non è solamente tranquillizzare chi vuol venire in Sicilia, ma è anche quella di tranquillizzare i siciliani.