Non fu solo il terremoto del 24 agosto del 2016 a causare il crollo della torre del campanile della chiesa di Accumoli e la conseguente morte di quattro persone. La tragedia poteva essere evitata se fossero stati adottati specifici interventi di consolidamento che erano stati già indicati dopo il sisma dell’Aquila. Scrivono cosi i magistrati della Procura di Rieti, che hanno lanciato un pesante atto di accusa nei confronti di sette persone, che sono state rinviate a giudizio dal GUP Ilaria Auricchio. A processo andranno l’attuale Sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci, l’allora responsabile unico del progetto, l’architetto Pierluigi Cappelloni, il collaudatore statico amministrativo dei lavori, l’architetto Mara Cerroni, i progettisti e i direttori dei lavori, l’ingegnere Alessandro Anniballi e l’architetto Angelo Angelucci, il geometra Giuseppe Renzi e l’ingegnere Matteo Buzzi. Quel campanile, abbattendosi su un’abitazione, causò la morte di un’intera famiglia: Andrea Tuccio, sua moglie Graziella Torroni di 34 anni e i loro due figli, Stefano di 8 anni e Riccardo di 9 mesi. Ad ucciderli è stata la vela campanaria di cemento che è precipitata sul tetto della loro casa. Si sarebbero potuti salvare tutti se i lavori di ristrutturazione fossero stati eseguiti correttamente, è scritto nelle carte della Procura. Nelle pagine dell’avviso di conclusione delle indagini si legge che nei lavori di ristrutturazione del campanile ci furono errori e negligenze. Furono ignorate le lesioni e i segni di cedimento del campanile, così come fu ignorato l’allarme lanciato dopo i sopralluoghi dal Genio Civile. Una serie di errori e omissioni. Il processo inizierà il 24 settembre.