Sisma centro Italia, la storia della signora Annunziata

27 set 2016
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Sui materassi ci sono ancora le coperte, nei guardaroba vuoti le stampelle di legno. Attraverso i buchi enormi si vede un armadio rovesciato. Eppure qui le case erano state messe in sicurezza con questi tiranti di contenimento dopo il terremoto del ‘51. “Sono catene, ora come le chiamano non lo so. Queste croci, diciamo”. “Signora, meno male che c’erano, sennò la casa sarebbe crollata”. “In effetti è così. Ce l’hanno detto anche i Vigili. Sarebbe crollata”. “Sarebbe venuta giù tutta la casa”. “Sì, anche il tetto in legno che non abbiamo rifatto. È rimasto così, in legno. Nel nostro piccolo stavamo bene. Non cercavamo tante cose, perché ci siamo nati qui. Lo sappiamo com’è la vita. Non cambierei”. “Di andare via non se ne parla”. “No, assolutamente. Assolutamente”. Eccola, la vedete, questa è una delle case di questa piccola zona, una piccola periferia, siamo alle porte di Amatrice. Lo vedete, ha retto questa casa semplicemente perché ci sono delle catene. Sono state messe evidentemente tanti anni fa. Le crepe sono profonde, sono spesse addirittura anche forse un centimetro. La famiglia che viveva qui ha avuto la fortuna di trasferirsi. Non sono andati a vivere in una tendopoli, ma si sono trasferiti proprio di fronte, a una trentina di metri, in una casa – la vedete, quella casa arancione – di proprietà della zia. Sappiamo che ci sono dei bambini piccoli, sappiamo che c’è una mamma, la signora Iole. Cerchiamo di capire da lei, cerchiamo di vedere se c’è, così vediamo come sta e come stanno vivendo ad un mese da questo sisma che ha distrutto l’intera cittadina. “Eravamo in tanti dentro quella casa. C’era un lettino vicino al muro. A mia nipote è caduto l’intero intonaco, a mio figlio la mensola. Escoriazioni ed ematomi, però, ringraziamo Dio, rispetto a tante altri situazioni, a loro è andata bene così. La casa è piena di spacchi, lesioni, muri staccati, pavimenti staccati dal muro. È da buttare giù. Io lì non ci ritornerò mai, i miei figli assolutamente. Andiamo in una casa di legno”. La signora Annunziata aveva un negozio in centro, andato distrutto. Anche la figlia, Iole, ha perso il lavoro in farmacia. I suoi bambini, che sono gli unici rimasti qui della zona, come tutti i piccoli di Amatrice, sono seguiti da un team di psicologi. La notte non si dorme, la terra continua a tremare e questa tenda bianca in giardino nessuna ha intenzione di smontarla, almeno fino a quando non saranno pronte le casette. Allora tutti andranno a vivere lì, restituendo le abitazioni delle vacanze ai turisti, con la speranza che l’estate prossima tornino qui numerosi.

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