E' fin troppo facile collegare - letteralmente o metaforicamente - al grande caldo di questi giorni quanto successo sul regionale che da Milano raggiunge Cremona e Mantova. Una dipendente Trenord ha preso il microfono e attraverso l'altoparlante ha invitato con toni decisamente accesi i passeggeri a non dare monete ai molestatori, esortando poi in modo ancora più deciso gli zingari - così ha detto - a scendere dal treno. Una vicenda che scoperchia con un gesto un po' scomposto la pentola in cui ribollono alcuni degli ingredienti della rabbia che agita il nostro paese in questi mesi: l'insofferenza per gli stranieri che vivono nel nostro territorio, un sistema di trasporti non sempre all'altezza e in generale la sensazione dei cittadini di essere trascurati ed esposti a molestie e minacce. La vicenda ha subito mobilitato tifoserie contrapposte, ma la cosa interessante a questo punto non tanto entrare nel merito della questione quanto sottolineare il fatto che la dipendente sotto accusa, a detta di Trenord, ha parlato mentre era nel pieno delle sue funzioni. Oggi più che mai chi esercita un qualche tipo di autorità dovrebbe pesare attentamente le parole prima di pronunciarle, per evitare di lanciarle in un dibattito già molto caldo e altamente infiammabile.