La nebbia del mattino ingabbia lo smog. Lo nasconde, ma non lo fa sparire. Oggi a Torino è il quarantesimo giorno dall’inizio del 2017 in cui sarà superato il limite di 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili nell’aria. L’Unione europea consente trentacinque sforamenti all’anno. Febbraio non è ancora finito e Torino è già fuori legge. Sono dodici i giorni consecutivi di superamento della soglia e da lunedì è cominciato il blocco dei veicoli diesel Euro 3 e 4, ma questo non basta perché il traffico è diminuito appena del 6 per cento e le previsioni non lasciano ben sperare. “Nei prossimi giorni i valori dovrebbero scendere in quasi tutti i capoluoghi di provincia, eccetto Torino in cui scenderanno sì, ma non in modo tale da essere sotto il valore di 50 microgrammi per metro cubo”. Lo smog è un nemico invisibile, che però colpisce duro. Secondo uno studio dell’ARPA Piemonte, solo a Torino causa 900 morti all’anno. “Per gli effetti a breve termine avrete con questo studio capito che dopo ogni picco di polveri sottili nell’aria c’è anche un picco di decessi”. “Sì, questa è una relazione ben conosciuta. Faccia conto che su questo tipo di valutazioni ne hanno fatte almeno sei o settecento in tutto il mondo, in tutte le città del mondo. Ovunque è stata trovata la stessa correlazione che abbiamo trovato anche a Torino. Anche da noi ogni volta che c’è un picco rilevante si osserva con 24 ore di latenza un picco di decessi che dura per i quattro o cinque giorni successivi”.