Soltanto una volta chiusa la fase istruttoria in Italia, che potrà durare anche un anno, si saprà se Julia Bravo la soldatessa americana che ha investito e ucciso un ragazzo di 15 anni in provincia di Pordenone sarà giudicata o meno negli Stati Uniti. Al momento dell'esercizio dell'azione penale infatti, il Ministro della Giustizia italiano può a sua discrezione o su istanza delle autorità statunitensi, decidere di attivare il difetto di giurisdizione e consentire all'indagato statunitense di essere processato nel proprio Paese. Una possibilità questa prevista da appositi trattati internazionali che riguardano proprio la giurisdizione dei militari NATO in Europa, opzione cui si fece ricorso in relazione alla strage del Cermis. Nel 1998 un caccia decollato dalla stessa base di Aviano tranciò i cavi della funivia provocando 20 morti. Una tragedia per la quale alla fine non ha pagato nessuno perché i componenti dell'equipaggio del caccia, tornati in America furono sottoposti a processo ma la Corte Marziale, la giustizia militare statunitense, decise di assolverli dalle accuse di omicidio preterintenzionale e colposo. Solo in appello vennero riconosciuti colpevoli di ostruzione alla giustizia per aver distrutto il nastro video registrato sull'aereo e congedati con disonore dal corpo dei Marines. Era ubriaca Julia Bravo, aveva un tasso alcolico di 4 volte superiori alla norma ed era fuori servizio, ma se verrà concessa la giurisdizione americana, a giudicarla sarà comunque un tribunale militare. Parallelamente potrebbe essere giudicata anche da un tribunale ordinario e se in Italia per l'omicidio stradale è prevista una pena dagli 8 ai 12 anni, in alcuni stati americani può arrivare fino a 30.























