Storico circolo canottieri Olona si prepara al 18 maggio

05 mag 2020
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“Noi abbiamo qui un vogatore, una vasca di simulazione dove i nostri atleti si allenano nella stagione invernale, piuttosto che cominciano qui le fasi preliminari per imparare a vogare. Anche qui, vedete, gli spazi non saranno più fruibili in pieno.” Il circolo Canottieri Olona ha una storia che attraversa tre secoli, due millenni e una nuova sfida da affrontare: superare la chiusura per il lockdown e allinearsi alle disposizioni ancora in fase di definizione per riaprire in sicurezza. Il 18 maggio è il traguardo finale fissato con relativa flessibilità sugli andamenti della pandemia dal Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ma oltre alla data incerta c'è ancora tanto da definire. “Abbiamo bisogno di indirizzi chiari e univoci su come dovremo gestire gli spazi e il distanziamento per chi fa sport e per chi lo fa nelle varie discipline. Saranno, chiaramente, prescrizioni differenti, però è necessario averle, altrimenti si opera e si procede con soluzioni che sono approssimative, non definitive, che magari dovrebbero anche comportare investimenti che poi sono a perdere.” Punti fermi certi: distanziamento, sanificazione, ingressi scaglionati o forse meglio dire programmati e, uno su tutti, spogliatoio chiuso. Difficile pensare a lezioni collettive. Al momento si ragiona su 7 metri di spazio per ognuno e, se si sceglie il personal, la distanza è fissata ad almeno due metri, misure che vanno a toccare spazi e affluenza e mettono in crisi la sostenibilità delle attività. “Abbiamo del personale, abbiamo l'attività commerciale, abbiamo il rispetto delle normative, abbiamo problemi di carattere economico, finanziario e commerciale, come tutte le organizzazioni aziendali. Questo è un tema che è venuto alla luce, in qualche modo se n'è preso coscienza e conoscenza, quindi quello che si richiede anche alle istituzioni non è soltanto il tema di chiarire quali sono le normative per poter frequentare, per poter accedere, per poter gestire le attività in termini di funzionamento operativo, ma è anche capire come poter dare una mano a questo settore che ha avuto 3 mesi di blocco, 3 o 4 mesi di blocco totale dei ricavi, pur rimanendo i costi fissi inalterati, quindi in qualche modo perdita di marginalità, come potere avere un supporto.” Circoli sportivi come questo sono attività no profit. Per avere un'idea di quali effetti economici abbia provocato il lockdown nel settore, un dato su tutti, oltre 180 mila gli addetti che sono ricorsi agli ammortizzatori messi a disposizione dal Governo. “Sarà un periodo complicato perché dobbiamo far conto con il contingentamento delle iscrizioni, come anticipavo, però, in qualche modo, con il contributo, con l'entusiasmo degli sportivi e speriamo con il contributo delle istituzioni di avere tutto quello che ci permetterà di poter proseguire la nostra missione, che è quella di far fare sport alle persone.”.

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