Il 27 maggio del 1993, la mafia sfregiò anche Firenze. Nella strage morirono cinque persone tra cui due bambine; la loro madre Angela era la custode dell' Accademia dei Georgofili tra le più antiche istituzioni scientifiche al mondo per lo studio dell'agricoltura. La ferita dell'attentato, volutamente ancora visibile all'esterno, il suo patrimonio all'interno si è salvato anche grazie alla dedizione di due gemelle bibliotecarie ancora oggi in servizio. Era un tappeto di vetri. Avete dovuto, diciamo spostare molti dei volumi? Tutti. Migliaia di volumi. Lei pensi che il solo archivio storico, che rispetto ad altri archivi, ma consta di oltre ventimila volumi. Poi c'è un archivio moderno e in più tutto un panorama di biblioteca che è veramente notevole. Tra periodici, libri antichi. La sala Dunant era crollata per metà e la statua di Cosimo Ridolfi distrutta in mille pezzi e i libri vennero tutti spostati nel salone magliabechiano degli Uffizi. L'Accademia si è rimboccata le mani con il suo presidente Franco Scaramuzzi e l'Accademia è lì, ricostruita. E siamo ripartiti a lavorare, ad impegnarci. Poi quella che sarà la verità processuale staremo a vedere. Ma per noi, è già avvenuto tutto. Sappiamo che ad ordinare l'attentato fu Cosa Nostra, ma non sappiamo il perché e la Procura di Firenze ancora cerca la verità.