Si definiva lui stesso socio occulto di molte delle aziende che favoriva in cambio di mazzette e a quanto pare senza farne troppo mistero. Stando ad alcune intercettazioni, poi, quando a una ditta, che lavorava per ATM, mancava, per esempio, un cavo delle dimensioni richieste, da destinare ai lavori in Metro, era proprio lui a suggerire di falsificare carte e cavi, assicurando che tanto col suo benestare nessun altro sarebbe andato a controllare se non in casi estremi come quello di un incendio. È quanto emerge dalle oltre 400 pagine di ordinanza di custodia cautelare che ha portato in cella Paolo Bellini, 54 anni, funzionario ATM da 25 e responsabile degli impianti di segnalamento e automazione delle linee Uno, Due, Tre e Cinque della Metro. Con lui il nucleo di polizia economico e finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, coordinata dalla Procura, ha arrestato altre 11 persone, una ai domiciliari, con l'accusa di corruzione e turbativa d'asta. Il modus operandi del presunto sistema corruttivo, messo in luce dall'indagine tra ottobre 2018 e luglio 2019, ruotava intorno alla cessione di informazioni riservate ad aziende interessate a partecipare alle gare d'appalto per la Metropolitana, così da favorirle e ottenere poi un compenso personale sotto forma di denaro o altre utilità. Secondo gli investigatori, in nove mesi, Bellini avrebbe ottenuto Oltre 125.000 euro di tangenti. Otto gli appalti su cui la Procura ha acceso il faro. Tra questi spicca quello da 100 milioni per il sistema di segnalamento della Linea Verde andato, circa un mese fa, a un unico offerente. Non è emersa neppure una procedura di gara pubblica negli ultimi due anni, scrive il GIP, che non sia stata alterata dall'intervento abusivo di Bellini. L'azienda del trasporto milanese di proprietà del Comune di Milano, prende le distanze dal funzionario ora sospeso, definendosi parte lesa. Intanto è il Sindaco del capoluogo lombardo, Beppe Sala, a esprimere la propria rabbia, invocando provvedimenti immediati.