Il caso è di due mesi fa. Un vigile urbano arriva al pronto soccorso di Terni in stato di shock settico, ha cioè una bruttissima infezione partita dal braccio e inizialmente presa per borsite. Subito ricoverato e sottoposto a terapia antibiotica, rischia l’amputazione del braccio, andato quasi in necrosi. Serve più di un mese perché si riprenda e ancora ora alcuni organi accusano problemi. Un caso qualunque, si potrebbe pensare, se non fosse che la causa di questa situazione è un ragno, il ragno violino, un animaletto marrone di 7 millimetri e zampe lunghe, che vive in tutta Italia, in casa quando è freddo, fuori quando è caldo. Il vigile era stato punto qualche giorno prima senza accorgersene. Il morso è indolore. Si era solo ritrovato sul braccio il ragno mentre era in giardino. Sono stati i medici a fargli ricordare l’episodio, ipotizzando appunto una puntura di animale, e da lì sono risaliti all’esserino velenoso. Più che il veleno, però, a portare a complicanze potenzialmente mortali è l’infezione che nasce dal pizzico per il rilascio da parte del ragno di batteri che si infiltrano nei tessuti. Ma niente paura, ci rassicurano dall’ospedale, in trent’anni di attività l’infettivologo che ha curato l’uomo non aveva mai visto un caso del genere, che è dunque molto raro e comunque curabile se preso per tempo.