Terra dei Fuochi, Italia condannata da Corte Strasburgo

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26 giorni fa

Le istituzioni italiane sapevano e non sono intervenute adeguatamente per tutelare la vita della popolazione. È il contenuto della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sulla Terra dei Fuochi, il territorio tra Napoli e Caserta dove camorra, imprenditori senza scrupoli ma anche purtroppo singoli cittadini per decenni hanno avvelenato i territori con roghi tossici, sversamenti illegali e interramento di rifiuti. Un fenomeno che ancora perdura. Undici anni fa 71 parenti di vittime dell'inquinamento e 5 associazioni hanno presentato un ricorso e la Corte ha dato loro ragione. "Ha anche comunque ingiunto allo Stato italiano di provvedere entro due anni a approntare delle tutele concrete ed effettive. Tra i ricorrenti c'era mio padre. E oggi non c'è più: defunto per cause oncologiche due anni fa". Alessandro Cannavacciuolo, la cui famiglia aveva un gregge ad Acerra che fu sterminato dalla diossina, è stato il primo ricorrente. "Questa sentenza rappresenta una vittoria per voi cittadini?". "Ha riconosciuto quelle che sono le battaglie di tutti questi anni dei cittadini. Ma sicuramente adesso ci aspettiamo l'intervento mirato dello Stato. Io ho visto decimare la mia famiglia". Tante le vittime di tumore, anche bambini molto piccoli. Come Alessia, strappata alla vita da un tumore al cervello a 8 anni. La madre, Giulia Angelini, ha dato vita a un comitato. "È riuscita a vivere un anno e 17 giorni, dico 17 giorni perché anche un minuto è fondamentale. Sono socia fondatrice di un'associazione. Tutte mamme che hanno perso i loro figli". Miriam aveva 5 anni e ce l'ha fatta. Oggi ha 18 anni ma patisce ancora le conseguenze del tumore. "La malattia si può vincere, però quello che rimane dopo.. Perché facendo sei cicli di chemio, due autotrapianti e sessanta radio. Però una cosa che voglio dire: ma ancora oggi avete le bende sopra gli occhi?" .