L'ultima statua di Antonio Canova la "Maddalena giacente", gli ultimi colpi di scalpello, prima della sua morte risalente esattamente a duecento anni fa, il grande scultore li diede per finire una statua commissionata dal Primo ministro inglese Lord Liverpool. Della statua si erano perse le tracce era finita, senza che se conoscesse l'autore, in un giardino sotto la pioggia e il muschio, tipici della campagna inglese. La statua nel 2002 fu acquistata all'asta per 4.400 sterline poi la clamorosa scoperta confrontando bozzetti e calchi in gesso conservati nella Gypsotheca di Possagno, il paese natale di Canova, si scoprì che si trattava proprio della "Maddalena giacente". La statua nel luglio scorso è stata messa all'asta da Christie's Londra per 8 milioni di sterline e in questi giorni si può visitare presso i musei civici di Bassano del Grappa, star della mostra "Io, Canova genio europeo", una mostra per i 200 anni dalla morte dell'uomo, dell'artista e del diplomatico che fu in grado, su incarico di Papa Pio VII, di riportare in Italia centinaia di opere d'arte trafugate da Napoleone Bonaparte. "Siamo nella sala che riunisce una selezione di opere che Canova riportò in Italia attraverso una importante missione diplomatica, molti dipinti, molti capolavori di Paolo Veronese, Ludovico Carracci, Guido Reni e anche il Laocoonte dei Musei vaticani che vediamo qui, che è uno dei grandi capolavori che Canova recupera nel 1815". Per molti Antonio Canova ha salvato l'arte italiana, se oggi possiamo ammirare capolavori come Laocoonte, come la Trasfigurazione di Raffaello, l'Apollo del Belvedere e tante altre opere d'arte trafugate in Francia, senza per forza andare al Louvre, lo dobbiamo soltanto a lui.