"Per fare un percorso di transizione esistono delle regole un po' precise, sono legate alla legge, legate all'abitudine in Italia. Prima bisogna accedere a un servizio che se ne occupa in modo approfondito, che valuterà sia la parte fisica del soggetto, sia la parte psichica del soggetto, per vedere se la domanda che viene posta è una domanda che può essere accettata e se il fisico del soggetto potrà sopportare una terapia, che deve essere fatta poi per tutta la vita, sebbene a dosi decrescenti. Una volta stabilite queste due cose si può cominciare la terapia ormonale, dalla terapia ormonale si può anche recedere, nel caso in cui il progetto che la persona aveva in mente non corrisponda poi alla realizzazione pratica, oppure si può proseguire. Quando la persona è convinta e prosegue nel suo iter, noi siamo convinti che sarebbe cattiveria lasciare quella persona in quello stato per il resto della tua vita, saranno fatte due relazioni per il tribunale di residenza, il tribunale a questo punto farà una sentenza, nella quale autorizzerà il cambiamento anagrafico definitivo del soggetto e anche autorizzerà la chirurgia che il soggetto desidera a spese dello Stato italiano". "Il nome sui documenti quando cambia?" "Il nome dei documenti cambia molto tardivamente, in questo Inter, cambia quando il giudice fa la sentenza e il soggetto passa poi all'anagrafe, facendo la variazione del nome. Esiste quindi un periodo anche, abbastanza lungo, nel quale il soggetto ha una fisicità di un certo tipo, di un certo sesso e un anagrafica e i documenti tutti dell'altro sesso. È qui che interviene il registro Alias, che è stato recentemente fatto, per togliere un disagio sia al soggetto stesso, ma anche al mondo che lo circonda, perché deve gestire e deve confrontarsi in una situazione così, imbarazzante un po' per tutti".