Unabomber, scatta la prescrizione, nessun risarcimento per le vittime

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1 mese fa

Nuovo, e per buona parte definitivo, capitolo della complessa vicenda giudiziaria di Unabomber. L'ennesimo rinvio al 15 settembre del processo in corso al Tribunale di Trieste per l'inchiesta bis, mette una pietra tombale sugli attentati commessi nel 2005 perché dopo 20 anni il reato cade in prescrizione che impedisce qualsiasi possibilità di richiesta di risarcimento da parte delle vittime. Solo una di queste potrà ancora farlo. Un infermiere ferito nell'ultimo attacco il 6 maggio 2006. Ma il tempo rimasto è breve e anche questo caso rischia di finire in nulla se il procedimento dovesse chiudersi dopo il 6 maggio 2026. Storia lunga più di un decennio, quella di Unabomber. 34 gli attentati tra Pordenone, Udine, Treviso e Venezia, tra il 94 e il 2006, l'esplosivo nascosto in una candela, un uovo, un tubo, bombe artigianali nelle chiese, nei supermercati, in un evidenziatore. A nulla sono servite le indagini. Centinaia di investigatori coinvolti e inchieste coordinate di volta in volta da procure diverse Pordenone, Udine, Treviso, Venezia, poi Trieste. Una dispersione che non ha facilitato il lavoro. Definitivamente archiviata nel 2009 senza colpevoli, l'inchiesta è stata riaperta a 16 anni dall'ultimo attentato su istanza di un giornalista e di due vittime che avevano chiesto e ottenuto che fossero riesaminati alcuni reperti e si attende entro il 24 maggio la perizia disposta dal gip che dopo quasi due anni non è stata ancora depositata. Perizia complessa che deve verificare se il DNA, ricavato dai reperti ritrovati, corrisponda a uno degli undici iscritti nel registro degli indagati dopo la riapertura. Tra loro anche Elvo Zornitta, accusato per anni poi scagionato. .