Una rimodulazione in corso del piano vaccini con l'obiettivo di immunizzare più persone possibili nel meno tempo possibile. Anche per questo il 5 maggio scorso il Ministero della Salute, recependo il parere del CTS, decide di posticipare il richiamo dei vaccini a RNA messaggero, quindi Pfizer e Moderna, da 21 a 42 giorni. Una strategia di sanità pubblica che non inficia sull'efficacia della risposta immunitaria, chiarisce il CTS. Una scelta che consente di recuperare in corsa un bel tesoretto di dosi e tentare così di proseguire spediti con le somministrazioni. Ma a rimescolare le carte ci pensa la stessa Pfizer che a Sky Tg24 dice: il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni, bisognerebbe attenersi a questa indicazione. Chiarendo poi, in una nota ufficiale: la tempistica della seconda dose resta competenza delle autorità sanitarie, noi ci limitiamo a riportare quanto è emerso dai nostri studi. E infatti il Commissario Figliuolo alle Regioni, a stretto giro, puntualizza: sui tempi delle somministrazioni il punto di riferimento sono i pronunciamenti del CTS, lasciando inalterata l'indicazione del richiamo a 21 giorni solo per alcune categorie di pazienti a rischio. Ad oggi, seguendo la tabella di marcia delle categorie prioritarie indicate dal Governo, si è arrivati alle prenotazioni per le vaccinazioni degli over 50, una platea che aumenta di giorno in giorno ai quali dovrebbero essere somministrati vaccini Pfizer e Moderna perché gli altri disponibili, cioè AstraZeneca e Johnson & Johnson, sono destinati, in Italia, in via preferenziale agli over 60. Ma se le dosi dei vaccini Pfizer e Moderna si esauriscono velocemente, gli stock di AstraZeneca abbondano nei magazzini. Ecco perché per smaltire gli eccessi alcune Regioni hanno dato il via libera all'Astra-Day: vaccinazioni e h24 con AstraZeneca a tutti gli over 18. Il CTS è pronto ad autorizzare l'uso di AstraZeneca proprio agli over 50.